Questa settimana sono stata Chef per un giorno. O meglio,
Chef per un’ora. In ogni caso mi sono sentita come in un episodio di
Masterchef. Tutto sommato non me la sono neppure cavata male.
La prima prova che col mio gruppo ho dovuto affrontare è
stato un pressure test dove dovevamo
riconoscere con l’olfatto trenta ingredienti tra oli, spezie, erbe e micro
erbe. Micro erbe? Non ne ho mai sentito parlare! Secondo quanto si legge su Wikipedia,
le micro erbe sono delle erbe in miniatura usate nelle cucine raffinate per
valorizzare i gusti e i colori del cibo. Insomma, ingredienti così ricercati
che non sono riuscita a riconoscere. Anche con le erbe normali ho fatto un
disastro. Con gli oli me la sono cavata un po’ meglio, riconoscendo l’olio di
tartufo, quello d’oliva semplice e quello extravergine, quello di noccioline e
l’olio di limone (a dire il vero questo l’ho individuato come olio fruttato. Ma
mi hanno dato lo stesso mezzo punto!). La parte che mi è riuscita meglio, in
cui mi sono dimostrata regina, è stata quella delle spezie. Tutte giuste tranne
una. Ho azzeccato a naso: cumino, paprika, noce moscata curry, anice stellato,
cannella e chiodi di garofano. Il mio punteggio finale di questa prova è stato
15 e mezzo su 30. Non male per una che non è uno Chef, e neppure una cuoca
provetta.
La prova successiva ci ha visto dividerci in quattro squadre
e preparare dei canapè, degli stuzzichini. Abbiamo preparato dei pancakes
ripieni di anatra, un’insalata di granchio servita su un cetriolo intagliato a
ciotolina, e un carpaccio di carne con salsa a tartufo servito su pan-brioche. Non
c’era nessun premio da vincere, ma ho indossato un cappello da cuoco, e avuto
la possibilità di preparare del cibo in una cucina professionale. E’ stato
divertente, ma devo ammettere che la carriera di cuoco è davvero molto
difficile. Ci sono moltissime cose alle quali prestare attenzione e la cucina
non è un ambiente facile in cui lavorare. Mi sono divertita a giocare a fare la
Chef per qualche ora. Adesso posso tornare a fare pasticci nella cucina di casa
mia, preparando la cena per me e per alcuni (s)fortunati amici.
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