mercoledì 6 maggio 2015

Settimana 18: Picanha

Non ho mai saputo nulla di cucina sud americana, tantomeno di quella brasiliana. Non mi sono mai posta il problema di scoprire quali fossero i suoi piatti principali, ne’ cosa avesse di particolare. Dopo questa settimana non potrò più dire lo stesso.
Sono stata invitata a una festa di compleanno che si svolgeva in un ristorante brasiliano. Ovviamente ho accettato l’invito, curiosa di scoprire che cosa avesse di diverso un ristorante brasiliano rispetto a tutti gli altri ristoranti in cui sono stata. L’atmosfera era già da subito molto allegra, e la musica dava molta energia. Per iniziare bene la serata e rompere il ghiaccio ho ordinato una caipirinha. Che altro dovrei bere in un ristorante brasiliano, se non una rinfrescante caipirinha?! Tra un sorso e l’altro è apparsa la cena. Avevamo deciso di ordinare un misto e di dividerlo in modo’ che si potesse assaggiare un po’ tutto. Ci siamo quindi trovati davanti dei prosperosi taglieri cui era impossibile resistere:
-         Tagliere di carne con pancetta, cotolette di maiale, cosciotti di pollo, costine, salsicce e bistecca di picanha (taglio di carne tipico della cucina brasiliana, dovrebbe corrispondere al codone di manzo);
-         Tagliere di pesce con calamari fritti, insalata di polpo, insalata di cozze, gamberoni e merluzzo fritto;
-         Tagliere di verdure grigliate con zucchine, rape, zucca, formaggio halloumi e Palmito (anche conosciuto come cuore di palma);
-         Altre caipirinha.
Il tutto era servito con insalata e farofa, un mix di farine di cassava che si mangia sulla carne per esaltarne il sapore e rendendo il tutto più croccante e appetitoso.
 Tutto era molto appetitoso e saziante. E’ stato dunque un bene che a un certo punto i tavoli siano stati rimossi per lasciare spazio alla pista da ballo, dove poter smaltire parte delle calorie appena assunte durante il pasto. Due ballerine di samba molto brave hanno fatto il loro ingresso per animare la serata e invitare tutti a scatenarsi nelle danze in stile carnevale di Rio. Devo ammettere che da quello che ho potuto vedere in questa serata, i brasiliani sanno sicuramente come divertirsi.

Week 18: Picanha

I had never had Brazilian food. Nor I knew what the Brazilian cuisine was famous for. After this week I will not be able to say so again.
I have been invited to a birthday party in a Brazilian restaurant in East London. The atmosphere was quite cheerful since the very beginning and the music very nice. To break the ice I got caipirinha. Where else should I drink caipirinha if not in a Brazilian place!? Then dinner arrived. We had decided to share platters, so we could try and taste more things. We digged ourselves into:
-         a platter of beef with pork belly, chicken thighs, pork chops, beef ribs, sausages, and picanha steak (picanha is a particular cut of beef quite popular in Brazil similar to the top sirloin cap);
-         a platter of fish with calamari, octopus, king prawns, mussels
-         a platter of vegetables with grilled courgettes, butternut squash, Palmito (heart of Palm), beetroot and halloumi cheese
-         more caipirinha
All served with a side salad and farofa, a toasted cassava flour mixture. Its smoky and slightly salty taste is delicious when sprinkled over the meat.
Everything was delicious and filling. That is why it was great that a certain point the restaurant transformed itself into a club, so that you could shake off all the calories of the meal with some dancing. Suddenly two beautiful Brazilian dancers appeared to initiate the party, dance samba and make everyone feel like being in Rio’s Carnival. I must say that from what I could see Brazilians know how to enjoy themselves.
 
 

Settimana 17: Chef per un giorno

Questa settimana sono stata Chef per un giorno. O meglio, Chef per un’ora. In ogni caso mi sono sentita come in un episodio di Masterchef. Tutto sommato non me la sono neppure cavata male.
La prima prova che col mio gruppo ho dovuto affrontare è stato un pressure test dove dovevamo riconoscere con l’olfatto trenta ingredienti tra oli, spezie, erbe e micro erbe. Micro erbe? Non ne ho mai sentito parlare! Secondo quanto si legge su Wikipedia, le micro erbe sono delle erbe in miniatura usate nelle cucine raffinate per valorizzare i gusti e i colori del cibo. Insomma, ingredienti così ricercati che non sono riuscita a riconoscere. Anche con le erbe normali ho fatto un disastro. Con gli oli me la sono cavata un po’ meglio, riconoscendo l’olio di tartufo, quello d’oliva semplice e quello extravergine, quello di noccioline e l’olio di limone (a dire il vero questo l’ho individuato come olio fruttato. Ma mi hanno dato lo stesso mezzo punto!). La parte che mi è riuscita meglio, in cui mi sono dimostrata regina, è stata quella delle spezie. Tutte giuste tranne una. Ho azzeccato a naso: cumino, paprika, noce moscata curry, anice stellato, cannella e chiodi di garofano. Il mio punteggio finale di questa prova è stato 15 e mezzo su 30. Non male per una che non è uno Chef, e neppure una cuoca provetta.
La prova successiva ci ha visto dividerci in quattro squadre e preparare dei canapè, degli stuzzichini. Abbiamo preparato dei pancakes ripieni di anatra, un’insalata di granchio servita su un cetriolo intagliato a ciotolina, e un carpaccio di carne con salsa a tartufo servito su pan-brioche. Non c’era nessun premio da vincere, ma ho indossato un cappello da cuoco, e avuto la possibilità di preparare del cibo in una cucina professionale. E’ stato divertente, ma devo ammettere che la carriera di cuoco è davvero molto difficile. Ci sono moltissime cose alle quali prestare attenzione e la cucina non è un ambiente facile in cui lavorare. Mi sono divertita a giocare a fare la Chef per qualche ora. Adesso posso tornare a fare pasticci nella cucina di casa mia, preparando la cena per me e per alcuni (s)fortunati amici.
 
 

Week 17 - Chef for a day

This week I have been Chef for a day. Well, more like Chef for an hour. Nevertheless I felt like being in an episode of Masterchef. I did not do too bad after all.
The first test my group had to face was a blind tasting of ingredients. I had to smell and recognize 30 ingredients between oils, spices, herbs and micro-herbs. Micro-herbs? Never heard of those (according to Wikipedia, micro herbs are smaller version of herbs used in fine dining “to enhance the beauty, taste and freshness of the dishes with their delicate textures and distinctive flavors”).Indeed the only ones I got right were parsley and green basil. The herbs section was the same disaster. With the oils I did a little better. I guessed right the truffle oil, extra virgin and olive oil, peanut oil, lemon oil (well…I recognized it as “fruity oil”, close enough, I got half a point for this one!). The part I really succeeded at was spices. I got them all right but one! Cumin, paprika, nutmeg, curry, star anise, cinnamon, clove, I recognized them all. My final score was 15 and a half out of 30. Not too bad for not being a Chef or much of a cook either.
   Once the blind tasting was over the group was split in four teams and we had to prepare canapés as shown by the Chefs. The canapés we had to prepare were confit duck pancakes, crab salad served in a mini cucumber-bowl and Carpaccio of beef on brioche with truffle dressing. There was nothing to win, but I got to wear the Chef’s hat and prepare food in a professional kitchen. I had incredible fun. I must say that the Chef’s career is a tough one, it is very stressful and it is a heavy job. There are lots of things one needs to be careful of and the kitchen environment is not one of the easiest ones to work in. I enjoyed very much being able to be on that side of the kitchen for once. And to feel like a professional Chef. Now I can keep making laughable mistakes in my kitchen while cooking for me and few (un)lucky friends.
 
 

Settimana 16: In vino veritas

Quanto ne so io sul vino? Non molto, sennonché lo bevo volentieri se me n’è data occasione. Nonostante io sia veneta, e la mia regione sia una delle maggiori produttrici di vino d’Italia, fino a qualche anno fa il vino non lo bevevo proprio. Poi ho cominciato ad apprezzare lo spritz e di conseguenza il Prosecco. Ora apprezzo qualsiasi tipo di vino, purché di buona qualità.
La nuova esperienza di questa settimana non è quindi quella di bere vino per la prima volta, ma quella di imparare come degustarlo. In poche parole ho dato una sbirciatina al mondo dei sommelier e dei conoscitori del vino.
Non voglio dilungarmi in un post informativo sul come si degusta un vino, anche perché non sono per nulla un’esperta. Vorrei però darvi le linee guida per potervi fingere conoscitori. Oppure per organizzare una serata “degustazione” con gli amici, magari preparando pure la cena, e passando una bella serata in compagnia. Quindi prendete un bicchiere di vino, e cominciamo:
-         Fate un respiro profondo e immaginate di essere il più gran conoscitore di vino del mondo. Nessuno ne sa più di voi. Non importa se non avete mai neppure assaggiato del vino.
-         Versatevi ora un bicchiere di vino. Non fate i furbetti che vi vedo! Non dovete riempire il bicchiere fino all’orlo! Solo fino al punto in cui il bicchiere diventa più tondo.
-         Ora sollevate il bicchiere e inclinatelo a un angolo di 45 gradi. Osservatene il colore e cercate di descriverlo. Nel caso stiate degustando del vino rosso, mettete un dito dall’altro lato del bicchiere. Se riuscite a vedere bene il dito attraverso il vino, vuol dire che esso non è molto corposo. Viceversa se il dito non è chiaramente visibile, allora è un vino corposo.
-         Con piccoli movimenti circolari mescolate il vino, così da tirarne fuori le qualità e i profumi. Se il vino e’ frizzante non mescolate molto.
-         Annusate il vino. A che profumi che conoscete lo associate? E’ fruttato? Se si che tipo di frutto riuscite a riconoscere: mela, pera, mango, frutto della passione? E’ speziato? Sa di tappo?
-         E’ giunto il momento di assaggiare il vino. Prendetene un sorso e fatelo girare in bocca quasi fosse colluttorio. Inspirate per tre volte attraverso il vino e poi sputatelo (se volete essere un sommelier serio, altrimenti bevetelo!).  In questo passaggio se non vi sentite ridicoli, vuol dire che lo state facendo nel modo sbagliato.
-         Concentratevi sui sapori che il vino lascia sul vostro palate. Sono quelli che avevate individuato nell’esame olfattivo? Ve ne sono di nuovi? Quanto a lungo resiste il gusto del vino sul vostro palato?
-         Esponete con molta convinzione e solennità quanto avete osservato sul vino. Non abbiate paura di usare l’immaginazione. Più fantasiosi siete più sarete credibili.
Et voilà, ora potrete degustare il vostro vino in tranquillità.  Antonio Albanese versione sommelier ormai ci fa un baffo!


Week 16: In Vino Veritas

What do I know about wine? Not much, I drink it! I come from one of the regions in Italy that produces the most wine, Veneto. But I have to admit I did not like it until a couple of years ago, when I started to appreciate Prosecco first, then a good, dry and light white wine. Nowadays I like all type of wines, as long as they are good.
The new thing for this week it is not drinking wine for the first time, it is learning how to taste it. It is learning what qualities to look for in a wine while tasting it. Essentially I got an insight in what a sommelier does. And it was fun.
I do not want to cut you off the fun! So grab some wine, follow me and I will try and guide you through some simple and fun steps.
-         Take a deep breath and imagine yourself as one of the biggest wine conosseuire. It is irrelevant if you have never tasted wine before. Just BE the sommelier.
-         Pour yourself a glass of wine. Hey, hold on you! Not a full one! Top it up just until the wine gets to the part of the glass that becomes rounded.
-         Now lift the glass and tilt if at a 45 degrees angle and note the color. If you are examining a red wine, put one of your fingers on the other side of the glass and note how clearly you can see it. The clearer you see it, the lighter the body of the wine is.
-         With small, delicate circular movement stir the wine, breaking it up so that all its qualities   can be appreciated fully. (Do not stir the wine if it is sparkling).
-         Smell the wine. What perfumes does it bring to mind? Is it fruity? If so what fruit would you associate to that smell: pear, apple, grapes, and mango? Is it spicy? Can you smell the oak of the barrel? Is it corked?
-         Now take a sip of the wine, and treat it as if it was mouthwash. Before spiting it out try and breathe in some air through the wine. Do so three times and then spit the wine into the spittoon. If you do not feel like a complete idiot while mouth washing with wine you are doing it wrong. And yes….the word spittoons is hilarious.
-         Now you can feel the taste of the wine. See if all the perfumes you had noticed before are still there. Is there anything new? And how long does the taste remain in your mouth after you’ve tasted it?
 
There you go:  now you too can pretend, like I often do, to know about wine. My suggestion is getting together with your friends, get a couple or more bottles of wine, and do a wine tasting (and drinking) session. Maybe cook dinner too. I am sure it will be fun.

 

domenica 3 maggio 2015

Settimana 15: Kew Gardens

Dopo settimane di pioggia, nuvole e freddo, la primavera è finalmente arrivata. Ventisei gradi. Nemmeno mi ricordavo più che cosa voleva dire andare in giro in maniche corte! Che fare in una giornata così bella, in cui tra l’altro non devo neppure lavorare? Di certo qualche cosa all’aria aperta, e che non sia la solita passeggiata a Regents, Hyde o Holland Park. Ci vuole qualche cosa di nuovo, interessante, avventuroso. E lo trovo in zona 3, Londra.
Ovviamente mi perdo nel dirigermi verso l’entrata di Kew Gardens, ma fa parte dell’avventura no? E questo mi permette di apprezzare l’atmosfera di questo quartiere. Appena uscita dalla stazione metro si respira un’aria di tranquillità. Ci si sente subito più calmi e rilassati. E sembra di essere in un piccolo paesino della Francia meridionale, con molti caffè e pub, e gli abitanti del luogo che si gustano il pranzo baciati dal sole.
Una volta trovato il parco, ed entrata, sono accolta dal profumo dei gelsomini. Uno dei miei fiori preferiti. E già so che sarà una buona giornata.
 
Mi lascio guidare dall’istinto in questo viaggio nella varietà della natura. Cammino tra fiori e piante che crescono sulle Ande e sulle Alpi, mi trovo circondata da piante carnivore dall’aspetto minaccioso, in una stanza dove piove per due minuti cinque volte al giorno. Meglio non essere lì al momento sbagliato!
Seguo il sentiero ed esploro palme che crescono in Africa e America meridionale, col clima umido tipico di quelle parti che mi fa bramare aria fresca il più presto possibile.
Mi riposo per alcuni minuti all’ombra di una Pagoda, e poi riprendo a camminare tra le fronde (letteralmente) degli alberi.

 
Trovo riparo dal tepore primaverile in una Minka, una tipica abitazione giapponese che sorge in mezzo ad una foresta di bamboo, e ammiro magnolie e rododendri prima di finire il mio viaggio dentro un quadro di Monet.
 
 
L’intera giornata è stata rigenerante e piena d’ispirazione, anche se c’e’ voluta non poca concentrazione per ignorare il rumore degli aeroplani che volavano bassi, in fase di atterraggio a Heathrow.